Palermo e la sua storia

Palermo è una delle città più importanti  del sud Italia, capoluogo di provincia e di regione, distesa su un
ampia insenatura della costa del mar Tirreno ai piedi di Montepellegrino (600 m), sul limite della fertile e
verdeggiante conca d’oro. Grazie alla sua ottima posizione è sempre stata, storicamente, sede strategica per
transiti mercantili e commerciali ed a tutt’oggi il traffico portuale è vivacissimo grazie alle sue industrie ed al
florido commercio attivo. Ciò che fa di questa dibattuta ma bellissima città  una delle mete turistiche più
ambite italiane sono le importanti testimonianze artistiche e storiche che custodisce, la posizione climatica
privilegiata ed il magico paesaggio con parchi e boschi rigogliosi, pianure sconfinate, riserve naturali, monti
e spiagge meravigliose. La ricchezza delle risorse artistiche e storiche è a testimonianza del suo ruolo
millenario di crocevia tra Oriente ed Occidente, approdo di razze lingue e culture differenti che hanno
contribuito a rafforzare un l’identità di questo popolo, fortemente orgoglioso ma cordiale e caloroso.
Fondata dai Fenici nel VII sec. a.C. con il nome di Ziz, fiore, viene conquistata dai Romani che le danno il
nome di Panormus (dal greco, tutto porto) che, con poche modifiche (l’arabo Balharm) è giunto fino a noi.
Il periodo felice della città ha inizio sotto il dominio arabo (IX sec. d.C.). quando diviene uno dei più
importanti centri islamici in occidente. La città si espande e nascono nuovi quartieri urbani al di là dei
confini del centro storico. Il Cassaro (dall’arabo Al Quasr, il castello, antico nome anche della via principale,
oggi corso Vittorio Emanuele). In particolare, nei pressi dello sbocco sul mare nasce la Kalsa (da al Halisah,
l’eletta), quartiere fortificato e residenza dell’emiro.
Nel 1072 la città cade in mano al normanno conte Ruggero, ma il passaggio non avviene in modo violento: ai
mercanti, gli artigiani e più in generale alla popolazione musulmana (ma anche di altre razze e religioni)
viene consentito di continuare a vivere e ad esercitare la propria professione. E’ proprio questo che permette
il diffondersi dello stile poi detto arabo-normanno, bellissima miscela di motivi sia architettonici che
decorativi. La città prospera e si arricchisce grazie al contributo delle diverse culture.
Ruggero II, figlio del “conte”, amante del lusso, fa nascere ovunque giardini in stile orientale con lussuosi
palazzi (la Zisa, la Cuba) e si circonda di letterati, matematici, astronomi ed intellettuali provenienti da ogni
dove.
Dopo un breve periodo di scompiglio e decadenza, Palermo e la Sicilia passano nelle mani di Federico II di
Svevia (1212), sotto il quale la città riacquista centralità e prestigio.
Si susseguono gli angioini, cacciati alla fine della cosiddetta Guerra del Vespro, gli Spagnoli e, nel ‘700, i
Borboni di Napoli che vestono la città di palazzi barocchi. 
Nell’800 aumentano i commerci ed le relazioni con l’Europa. La città allarga i suoi confini. Viene inaugurato
il viale della Libertà, continuazione di via Maqueda, ed il quartiere che vi sorge attorno si arricchisce di
creazioni liberty. Ed è purtroppo l’ultimo guizzo, seguito da un periodo di stasi che vede susseguirsi i
bombardamenti dell’ultima guerra, il terremoto del 1968 ed un lento, ma corrosivo degrado dei quartieri
medievali.
Oggi però un nuovo impulso alla rivalutazione, al restauro ed al riutilizzo dei magnifici monumenti del
centro sta cercando di risvegliare questo magnifico gigante d’oriente ancora addormentato.